Proposta di riforma doganale dell’Unione Europea

Il 17 maggio 2023 la Commissione europea ha pubblicato le tanto attese proposte per una revisione completa della riforma doganale dell’Unione europea. Secondo il comunicato stampa della Commissione[1] si tratta della riforma più ambiziosa e completa dell’Unione doganale dell’UE dalla sua istituzione nel 1968. Con queste proposte la Commissione europea vorrebbe portare avanti tre importanti ambizioni:

  • stabilire un nuovo partenariato con le imprese;
  • avere un approccio più intelligente ai controlli doganali;
  • passare a un approccio più moderno al commercio elettronico.

In termini più concreti, nelle proposte viene introdotta una nuova autorità doganale centrale dell’UE che sovrintenderà a un hub centrale di dati doganali che a lungo termine sostituirà l’infrastruttura informatica doganale esistente degli Stati membri. La nuova autorità doganale dell’UE sarà incaricata della gestione dei rischi e dei controlli doganali dell’UE. Allo stesso tempo, la Commissione europea propone di abolire l’attuale soglia in base alla quale le merci di valore inferiore a 150 euro sono esenti da dazio doganale e introduce un calcolo semplificato del dazio doganale per le merci di valore ridotto.

È evidente che un documento così completo ed articolato, qual è la bozza di riforma del Codice Doganale dell’Unione (CDU), contenente ben 159 articoli, non possa essere riassunto in poche pagine, ciononostante è importante esporre alcune questioni fondamentali che da esso emergono.

Intanto c’è da dire che la direzione generale della Fiscalità e dell’Unione Doganale (DG TAXUD) aveva invitato un gruppo di esperti – Wise Persons Group (WPG) – a esaminare il futuro delle formalità doganali all’interno dell’Unione europea. Nel marzo 2022 gli esperti del WPG hanno pubblicato un rapporto, contenente alcune importanti raccomandazioni alla Commissione Europea, in base alle quali quest’ultima ha iniziato a redigere il nuovo CDU.

Vediamo ora perché la Commissione propone quindi questa riforma.

Innanzitutto, le dogane hanno recentemente dovuto affrontare diverse sfide legate ad un aumento del commercio, in particolare delle spedizioni di basso valore vendute online (e-commerce) che entrano nell’UE ogni anno; un enorme aumento del numero di norme da applicare alle merci, in particolare le norme che supportano le priorità e i valori dell’UE come la legislazione sui cambiamenti climatici, la protezione dell’ambiente etc. ed infine la necessità di reagire continuamente ai cambiamenti e alle priorità geopolitiche a sostegno della gestione delle crisi e dell’applicazione delle sanzioni.

Consideriamo intanto che oggi gli importatori devono trattare con 27 amministrazioni doganali nazionali ed un numero elevato di interfacce e di sistemi informatici separati, tutti costosi da gestire e non necessariamente interconnessi. In aggiunta, non esiste una banca dati doganale centrale dell’UE o una supervisione della catena di approvvigionamento, rendendo quest’ultima vulnerabile a tutti i tipi di rischi: dalla perdita di entrate pubbliche, alle frodi, all’immissione sul mercato di prodotti pericolosi, etc.

Passiamo quindi ad esaminare cosa propone la Commissione.

Al fine di rafforzare la capacità delle dogane di controllare le catene di approvvigionamento e di intervenire, ove necessario, nonché di ridurre le formalità amministrative e la burocrazia superflua, rafforzando nel contempo la capacità delle dogane di controllare e impedire l’ingresso delle merci nell’UE quando necessario, la Commissione propone oggi di riformare l’unione doganale secondo tre pilastri principali.

  1. Una nuova partnership tra dogane e imprese basata su trasparenza e responsabilità e supportata da un’intelligenza artificiale basata sui dati che semplifica enormemente o addirittura elimina del tutto la necessità di dichiarazioni doganali.
  2. Un modello aggiornato di sorveglianza e valutazione del rischio, gestito da una nuova autorità dell’UE, che aiuti gli Stati membri a concentrare i loro sforzi di controllo dove è più importante e a far rispettare meglio le norme dell’UE;
  3. Un quadro più moderno per il commercio elettronico che riduca gli enormi livelli di frode nel settore, introducendo al contempo maggiore trasparenza e tranquillità per i consumatori.

Il nuovo CDU sembra quindi essere una regolamentazione fondamentale per questioni quali la sorveglianza del mercato, la sicurezza generale dei prodotti, la protezione e la legislazione ambientale, accelerando in tal modo il raggiungimento di uno sportello unico.

Nello specifico, nel nuovo sistema ogni spedizione di merci sarà collegata a un’impresa o persona che è responsabile del rispetto dei pagamenti dei dazi e delle norme sui prodotti. Gli importatori e gli esportatori diventeranno gli unici responsabili del pagamento dei dazi e delle tasse applicabili e della conformità delle merci alle norme e alla legislazione dell’UE.

Le dogane invece saranno in grado di individuare e controllare in modo più preciso i possibili rischi legati alla sicurezza, alla frode o all’elusione della legislazione sulle merci vietate e soggette a restrizioni, indipendentemente dal luogo in cui le merci entrano nell’UE. Le dogane avranno inoltre tutte le informazioni, in tempo reale, di cui hanno bisogno su quali merci arriveranno e quando, potendo così intervenire su qualsiasi spedizione, in base alla loro analisi dei rischi e in qualsiasi momento, prima del carico, all’ingresso, durante il trasporto all’interno dell’UE o alla destinazione finale.

Nel complesso, nell’Unione doganale riformata, le imprese che vogliono portare merci nell’UE potranno registrare tutte le informazioni sui loro prodotti e sulle catene di approvvigionamento in un unico ambiente online: il nuovo hub di dati doganali dell’UE.

Ci sarà poi una nuova autorità doganale che supervisionerà l’hub di dati doganali dell’UE, e che contribuirà inoltre a migliorare l’approccio alla gestione dei rischi e ai controlli doganali.

La riforma proposta prevede che le piattaforme online siano responsabili di garantire che i dazi doganali e l’Iva siano pagati al momento dell’acquisto, per cui i consumatori non dovranno più far fronte a costi occulti o richieste di documenti non previsti al momento dell’arrivo del bene acquistato.

Al contempo il nuovo CDU introdurrà il Trust and Check Trader (operatori commerciali più affidabili), che dovrà soddisfare i più alti standard possibili in termini di organizzazione amministrativa e misure di controllo interno, conoscenza doganale, etc. e sarà comunque soggetto a monitoraggio continuo. Verrà così creato un gruppo specifico di operatori “Trust & Check” sulla base del programma attualmente in vigore degli operatori economici autorizzati (AEO).

Una sintesi della riforma e i testi legislativi delle proposte possono essere consultati sulla pagina web della riforma doganale della Commissione UE[2] , dove è stata pubblicata anche una tempistica indicativa, ma ambiziosa, ovvero: secondo le proposte, il Data Hub aprirà per le spedizioni di e-commerce nel 2028, seguito (su base volontaria) da altri importatori nel 2032, portando a vantaggi e semplificazioni immediati. Gli operatori Trust & Check (commercianti più fidati) potranno inoltre sdoganare tutte le loro importazioni presso le autorità doganali dello Stato membro in cui hanno sede, indipendentemente da dove le merci entrano nell’UE. Una revisione nel 2035 valuterà se questa possibilità può essere estesa a tutti i trader quando l’Hub diventerà obbligatorio a partire dal 2038.

Le proposte legislative della riforma doganale dell’Unione Europea dovranno ora essere trasmesse al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione europea per un accordo e al Comitato economico e sociale europeo per consultazione.

Nel complesso, questa riforma mira a realizzare un’unione doganale più semplice, più intelligente e più sicura. Istituirà un quadro di cooperazione più efficiente in termini di costi ed efficace per disciplinare l’unione doganale, basato sulla gestione dei rischi e sulla base di un nuovo partenariato tra le autorità doganali dell’UE, tra le dogane e le imprese.

 

[1] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_23_2643

[2] Link: pagina web della riforma doganale della Commissione UE