In conformità alle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato, agli inizi di maggio, la Commissione Ue ha varato la reintroduzione del regime italiano del “Registro internazionale”, con aiuti per rafforzare la competitività del settore marittimo.
L’obiettivo è quello di incentivare le compagnie di navigazione a registrare le loro navi nell’Unione, garantendo così il rispetto di standard sociali, ambientali e di sicurezza più elevati.
Il regime era già stato autorizzato, in passato, nel 1998 e nel 2004, e prorogato fino a fine 2023. Ora, con quest’ultima approvazione, Bruxelles sblocca un budget complessivo di 5,4 miliardi di € ed estende la reintroduzione del regime italiano di aiuti di Stato “Registro Internazionale” alla fine del 2033.
Tra i benefici previsti per le compagnie di navigazione idonee, che registrano le loro navi nel registro internazionale, la riduzione dell’imposta sulle società e di altre agevolazioni (di cui al DL 457/97), quali:
- l’esenzione dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali per i marittimi imbarcati;
- una riduzione dell’imposta sui contratti di assicurazione delle navi; o
- una riduzione dell’imposta sulla registrazione dei contratti di lavoro per i marittimi.
In tale contesto, gli “Orientamenti in materia di aiuti di Stato ai trasporti marittimi”[1] hanno costituito il riferimento normativo per la valutazione positiva del regime da parte di Bruxelles.
Con comunicato stampa del 7 maggio scorso, la Commissione ha ritenuto che “il regime sia necessario e adeguato per raggiungere gli obiettivi prefissati, ovvero rafforzare la competitività degli armatori e degli operatori, sostenere lo sviluppo del settore marittimo e incentivare la registrazione delle navi nei registri navali dell’UE/SEE”. Inoltre, la Commissione ha stabilito che “il regime è proporzionato, poiché limitato al minimo necessario e con un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi tra Stati membri”.
Per i non addetti ai lavori, ricordiamo cos’è il Registro Internazionale.
Istituito nel 1998, il Registro Internazionale ha l’obiettivo di incentivare la competitività della flotta marittima italiana nel contesto internazionale, contrastare la “bandiera di comodo” (ovvero la registrazione di navi in Stati con normative più permissive) e favorire l’occupazione di marittimi comunitari.
Premesso che, le navi ammissibili devono rispettare standard elevati in termini di sicurezza, ambiente e condizioni di lavoro e devono avere un equipaggio in parte composto da marittimi comunitari, ricordiamo che, con l’aggiornamento del Regime previsto dal decreto legge n. 144/2022 – art.41 (“Aiuti-ter”), il Governo italiano ha ampliato le agevolazioni fiscali previste, includendo anche le imprese di navigazione residenti e non, con stabile organizzazione nel territorio, che utilizzano navi iscritte nei registri degli Stati UE o dello Spazio economico europeo (SEE) o battenti bandiera di tali Stati, adibite alle attività di trasporto marittimo o alle attività ad esso assimilate. Tra queste, navi che forniscono assistenza alle piattaforme offshore, navi d’appoggio, navi posacavi, draghe etc.
Per ulteriori dettagli, vedi GU n.223 del 23-9-2022 al seguente link:
https://www.gazzettaufficiale.it/atto/stampa/serie_generale/originario
Per concludere, segnaliamo che la versione non riservata della decisione riguardante la reintroduzione del Registro Internazionale sarà consultabile al numero SA.111368 nel registro degli aiuti di Stato[2] sul sito web della DG Concorrenza della Commissione, una volta risolte eventuali questioni di riservatezza.
[1] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=oj:JOC_2004_013_R_0003_01
[2] https://competition-cases.ec.europa.eu/search?caseInstrument=SA&sortField=caseLastDecisionDate&sortOrder=DESC