Quattro cose che devi sapere per fare bella figura ai pranzi di Natale, ma non hai mai osato chiedere.
Quali sono i settori azionari più promettenti e discussi negli ultimi mesi?
L’ Artificial Intelligence, la Robotica, le Tecnologie (energie) Pulite, la Difesa. Si tratta di quattro settori altamente interconnessi.
La reindustrializzazione degli Usa e dell’Europa non passerà attraverso il lavoro umano come lo conosciamo, ma si avvererà attraverso l’automazione e la robotica. L’AI è sulle bocche di tutti, le performance prodigiose sembrano aprire nuovi orizzonti di produttività.
Quali potrebbero essere nel breve e medio termine gli affetti dell’innovazione tecnologica sui mercati finanziari?
- Inizialmente i costi per gli investimenti salirebbero;
- La produttività aumenterebbe e i costi variabili scenderebbero;
- L’inflazione potrebbe scendere e i tassi potrebbero abbassarsi di conseguenza;
- Le aziende beneficerebbero di tassi di finanziamento inferiori, e i loro valori di Borsa aumenterebbero;
- I consumatori molto esposti ai mercati azionari (ad esempio negli USA) avrebbero un ottimo rendimento da dividendi e plusvalenze. Se i mercati scendono, il consumatore americano ha meno reddito da spendere e si rischia la recessione: non viceversa. Questo è un tema noto al presidente Trump che cura attentamente l’interesse dell’elettorato americano in vista del novembre 2026 (Mid term elections).
Da notare che l’Artificial Intelligence Act del dicembre 2023 è stata varato dalla UE per regolamentare lo sviluppo e l’uso della AI, con l’obiettivo finale di incentivarne l’utilizzo in sicurezza e per tutelare i diritti dei cittadini. I sistemi di AI sono stati classificati in base al livello di rischio che comportano, con obblighi specifici per ogni categoria (ad esempio informare l’utente che a parlare è un chatbox, o obbligo di supervisione umana).
L’ AI Act, stabilendo un quadro giuridico armonizzato, è molto costrittivo. Richiede inoltre che le legislazioni nazionali recepiscano la Direttiva con leggi attuative. In questo momento storico in molti si chiedono se l’Europa possa effettivamente permettersi di procedere prudenzialmente su un tema tanto attuale, con il rischio di perdere la corsa alla costruzione di un ecosistema redditizio.
Sul lato dell’approvvigionamento dei fondi necessari, per colmare il divario di investimenti dell’Europa rispetto a USA e Cina, la ECB sta discutendo delle modalità per incentivare finanziamenti sia pubblici che privati. I programmi di investimento dell’UE possono fungere da importante volano per il capitale privato. L’Europa si trova ad affrontare un fabbisogno di investimenti senza precedenti per sostenere le sue transizioni verde, digitale e difesa. Secondo le stime attuali, ciò richiederà una spesa aggiuntiva di circa 1.200 miliardi di euro all’anno tra il 2025 e il 2031, rispetto agli 800 miliardi di euro stimati solo un anno fa. Anche in ipotesi ottimistiche, il margine di bilancio disponibile per una spesa pubblica aggiuntiva e le risorse UE esistenti lascerebbero comunque un divario di finanziamento sostanziale di oltre 100 miliardi di euro all’anno, che si spera di riuscire a coprire con investimenti privati.
Henna Virkkunen, commissaria alla tecnologia e alla sicurezza dell’UE, ha dichiarato che gli stati membri dovrebbero essere sollecitati ad allocare il 10% degli investimenti del settore Difesa in tecnologie “disruptive”, innovative, che servano per rendere più competitiva l’industria europea in termini AI e quantum computing. Dall’invasione dell’Ucraina nel 2022 sono state create in Europa più di 230 start-up nel settore della difesa. Per aiutarle a crescere, la Commissione lancerà un fondo da €1 miliardo, garantito dalla Banca Europea degli Investimenti.
Nel grafico vediamo parte del fiorente ecosistema AI americano.
Cosa sono i metalli rari?
I “metalli rari” sono un gruppo di elementi chimici della tavola periodica, prodotti in piccole quantità e cruciali per le tecnologie moderne, come smartphone, auto elettriche e turbine eoliche. Sebbene il termine possa includere metalli preziosi come oro e platino, più comunemente si riferisce alle “terre rare” (Rare Earth Elements), che sono 17 elementi (scandio, ittrio e i 15 lantanidi) e ad altri metalli critici come gallio, germanio e cobalto, considerati rari o critici per la loro importanza tecnologica:
- Cobalto: utilizzato nelle leghe per batterie.
- Gallio e Germanio: essenziali per la produzione di semiconduttori (microchip).
- Litio e rame: fondamentali per le batterie ricaricabili.
- Rodio, Iridio e Platino: metalli molto rari, ricercati per le loro proprietà uniche e il loro alto valore. Utilizzati come catalizzatori in settori come l’automobilistico e la gioielleria.
- Neodimio: magneti
Gallio e germanio sono due metalli rari non disponibili in natura: derivano dal costoso processo di estrazione e raffinazione di altre materie prime: il gallio viene ricavato dai residui della fusione dello zinco o dalla bauxite mentre il germanio è un sottoprodotto della produzione di zinco e della cenere di carbone.
Gallio e germanio servono per la fabbricazione di semiconduttori, necessari per la realizzazione di microchip, a loro volta essenziali per computer, smartphone e automobili, per i chipset a radiofrequenza nelle comunicazioni mobili e satellitari, per i diodi laser nei sistemi di comunicazione basati sulla fibra, per i led dei display, per le infrastrutture per lo spazio e di difesa, tecnologie per la visione notturna, attrezzature antincendio avanzate, sensori per le immagini satellitari, dispositivi di diagnostica medica e molto altro.
Di conseguenza le Terre Rare sono al centro della guerra commerciale tra Cina e USA: da aprile 2025 la Cina ha imposto controlli all’export per le 17 terre rare, dopo che gli USA avevano proibito alle proprie aziende di vendere in Cina alcune tecnologie avanzate.
Anche su questi temi l’Europa è drasticamente in ritardo: la Cina produce il 94% del gallio e l’83% del germanio, oltre a controllare l’88% della raffinazione.
L’Europa sta creando un corpo centrale per il coordinamento della mappatura del fabbisogno, dell’acquisto e dello stoccaggio delle Terre rare, per non ritrovarsi improvvisamente sprovvista di materiali e di fatto esclusa dalle produzioni a valle. Il piano del vicepresidente per la strategia industriale Stephan Sejourné deve dapprima venire sottoposto all’approvazione di 27 commissari, e successivamente dovrebbe venire finalizzato attraverso partnership strategiche con Brasile e Sud Africa per assicurare le forniture.
Cosa succederà alla rata del mutuo?
A fine ottobre, la Federal Reserve ha abbassato i tassi di 0.25%.
I tassi in Europa sono fermi dalla riunione BCE di giugno 2025. Alla riunione di ottobre sono stati lasciati al 2% (dal 4% del 2023) in attesa di osservazioni sul mercato del lavoro e sull’inflazione (obiettivo BCE: 2%). Se l’inflazione sale, i tassi vengono alzati per frenare i consumi.
Secondo Deutsche Bank Research, “il ciclo di riduzione dei tassi è terminato e non sono previsti ulteriori allentamenti nel prossimo futuro”. Il capo economista di ING aggiunge che la soglia per un ulteriore taglio “è elevata”, anche se rischi quali un euro più forte, il ritardo degli stimoli fiscali in Germania o nuove turbolenze politiche in Francia potrebbero ancora giustificare uno o due tagli aggiuntivi in occasione della riunione BCE del 18 dicembre 2025 o nel 2026, anche se è improbabile che raggiungano i livelli vicino allo zero toccati nel 2020.
Allo stato delle cose attuale, si ipotizza che potrebbero restare invariati fino al 2026.
Qual è lo stato dei mercati azionari mondiali, da inizio anno?
I mercati sono ampiamente positivi da inizio anno, trainati dalla narrativa dei promettenti nuovi comparti economici e dal ribasso progressivo dei tassi da parte di Federal Reserve in USA e BCE in Europa, il cui impatto algebrico è un aumento delle valutazioni azionarie.
In aprile dopo lo spavento per l’impatto catastrofico dei nuovi dazi, gli operatori si sono convinti che vale la pena cavalcare il mercato in rialzo finché dura, e sperano che duri almeno ancora un paio di quarters.
Il 19 novembre dopo l’uscita dei risultati strabilianti di Nvidia c’è stata una forte ripresa di fiducia dopo alcune settimane di incertezza, dato che l’utile e i ricavi sono stati ampiamente maggiori delle attese più rosee: le cassandre della “bolla AI” ora tacciono.
Il dollaro è passato dai massimi di inizio anno, vicini alla parità con l’euro, a un cambio attorno al 1,15. L’euro cioè si è rivalutato sul dollaro del 15% circa, ovvero il dollaro si è svalutato del 13% circa rispetto all’euro. La motivazione principale è stato il timore di squilibri commerciali e deficit in aumento, dovuti alle tariffe lanciate dagli Stati Uniti ai principali partner commerciali tradizionali; si è capito che le tariffe sono un’alternativa alla svalutazione della valuta.
Le tariffe mitigano la necessità di una forte svalutazione competitiva del dollaro, che sarebbe stata importante per rendere gli USA più competitivi, per ridurre il deficit commerciale e reindustrializzare il paese.
L’ampia volatilità e la debolezza del dollaro lo sta rendendo meno attrattivo per gli investitori internazionali, visto che la copertura del rischio cambio ha un costo corrispondente.
Per chi volesse approfondire la tematica, si consiglia la lettura del libro “Our Dollar, your problem” di Kenneth Rogoff. (g.b.)
A cura di Donau Sviluppo S.r.l. – (Fonti: Financial Times, Goldman Sachs Research, CNBCpro, ECB Blog: Unlocking private investment and boosting productivity with EU programmes, Spencer&Flaningan AI supremacy, https://www.truenumbers.it/metalli-rari/, ecb.europa.eu/stats/policy_and_exchange_rates, global.morningstar.com)




