Direttiva UE per il salario minimo

Con l’intento di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone, il 7 giugno u.s. la presidenza del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sul progetto di direttiva relativa a salari minimi adeguati nell’UE.

Cosa prevede la Direttiva UE

Innanzitutto va detto che l’UE, con tale accordo, non intende fissare un salario minimo comune europeo, bensì istituire un quadro per salari minimi adeguati in Europa. Ovvero, la direttiva UE tiene conto delle diverse tradizioni e dei diversi punti di partenza e rafforza il ruolo delle parti sociali e della contrattazione collettiva, non costituendo in alcun modo un’unica soluzione valida per tutti.
Nello specifico, la direttiva UE stabilisce procedure per l’adeguatezza dei salari minimi legali, promuove la contrattazione collettiva sulla fissazione dei salari e migliora l’accesso effettivo alla protezione del salario minimo per quei lavoratori che hanno diritto a un salario minimo ai sensi del diritto nazionale, ad esempio mediante un salario minimo legale o contratti collettivi.
Nel dettaglio, le voci di cui sopra si possono così riassumere:
1.Adeguatezza dei salari minimi legali
Gli Stati membri con salari minimi obbligatori sono invitati a istituire un quadro procedurale per fissare e aggiornare tali salari minimi secondo una serie di criteri chiari.
Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno convenuto che gli aggiornamenti dei salari minimi legali avranno luogo almeno ogni due anni (o al massimo ogni quattro anni peri paesi che utilizzano un meccanismo di indicizzazione automatico). Le parti sociali dovranno essere coinvolte nelle procedure per la fissazione e l’aggiornamento dei salari minimi legali.
2.Promozione della contrattazione collettiva e partecipazione delle parti sociali nella definizione dei salari
Poiché la contrattazione collettiva sulla fissazione dei salari è uno strumento importante per garantire che i lavoratori possano beneficiare di salari minimi adeguati, la direttiva mira ad estendere la copertura dei lavoratori attraverso la contrattazione collettiva.
Per tale motivo è stato convenuto che i paesi dovrebbero promuovere il rafforzamento della capacità delle parti sociali di impegnarsi nella contrattazione collettiva, compresa la protezione dei rappresentanti dei lavoratori.
3.Accesso effettivo
Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno inoltre concordato una serie di misure volte a migliorare l’accesso effettivo dei lavoratori alla protezione del salario minimo. Queste misure comprendono controlli da parte degli ispettorati del lavoro, informazioni facilmente accessibili sulla protezione del salario minimo e lo sviluppo della capacità delle autorità competenti di perseguire i datori di lavoro non conformi.
I passaggi successivi
Innanzitutto va detto che l’accordo per trasformarsi in una direttiva ufficiale dovrà essere approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei primi ministri dell’Unione e comunque non sarà obbligatorio il recepimento integrale nelle legislazioni nazionali.
Si tratta invece di un rafforzamento del diritto nei paesi in cui è già previsto ed un invito ai Governi a favorire una elaborazione politica condivisa sul tema. Quindi, da parte del Consiglio, l’accordo provvisorio così raggiunto dovrà essere confermato dal Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti). Tale approvazione sarà seguita da un voto formale sia in seno al Consiglio che al Parlamento europeo.

Gli Stati membri dispongono poi di due anni per recepire la direttiva nel diritto nazionale.
Secondo l’intento dei legislatori, con l’accordo raggiunto l’UE intende così migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone, istituendo salari equi che consentano un tenore di vita dignitoso; è infatti quest’ultimo uno dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali. Pertanto, l’obiettivo finale della direttiva sembra essere proprio quello di estendere la copertura contrattuale dei lavoratori, in special modo in quei paesi dove le paghe orarie sono le più basse – anche se è fissato il minimo salariale – e dove più si attuano delocalizzazioni di comodo per sfruttare il più basso costo del lavoro.
(foto di Dimitrisvetsikas1969)