Spigolature dalla stampa specializzata

Da Shipping Italy del 26 settembre 2023

L’autogol sul transhipment container rischia di far perdere completamente i traffici extra-UE

La “notizia” se così si può definire è sulla bocca di tutti gli operatori del settore che guardano con sgomento all’ennesima azione unilaterale di Bruxelles che persegue imperterrita e con “furia iconoclasta” la strada del massimo rigore “costi quel che costi” nella trasformazione energetica.

Guerra corretta? Certamente SI

Modalità? Ci piacerebbe sapere chi sono i consulenti tecnici della UE che aiutano i decisori istituzionali all’emanazione di questi regolamenti.

Ritorneremo in maniera più ampia e compiuta sull’argomento.

Ricordiamo che uno studio di altissimo livello prevede che pur nella corretta e indispensabile svolta ecologica in corso, la previsione per i prossimi decenni è che le fonti tradizionali dell’energia primaria rimarranno ancora predominanti. Infatti, la domanda globale di energia primaria passerà dai 548 quadrilioni di BTU, di cui l’81% costituito da petrolio/gas/carbone (dato 2020) ai 658 quadrilioni di BTU, di cui ancora il 68% costituito da petrolio/gas/carbone (2050) quindi con un aumento di domanda dell’energia “cattiva” da 443 a 447 quadrilioni di BTU.

Altro che emissioni zero o comunque fortemente abbattute nel 2050.

 

BRICS: adolescente in cerca di una sua propria personalità

Seguiamo con grande interesse i movimenti che avvengono all’interno dei paesi BRICS che cercano di collocarsi come soggetto comune nell’ attuale agone geopolitico multipolare.

Per ora, tuttavia, appare ancora evidente la profonda diversità sia di stato che di obiettivi dei paesi membri e soprattutto di quelli che risultano “invitati o interessati” alla membership.

Se analizziamo le potenzialità teoriche complessive vediamo che le stesse sono veramente imponenti sia per ampiezza di mercato di consumo che di produzione, e soprattutto per disponibilità di energia (Russia, Iran e forse Arabia Saudita) e risorse naturali.

Tuttavia, va profondamente verificata la possibilità che paesi così eterogenei in tutti sensi possano trovare (o meglio, che gli sia lasciato trovare…) una linea di condotta e sviluppo comune o di comune interesse. Vedremo.

In questo scenario ancora una volta ed ancora di più appare evidente la fragilità dell’Europa, fortemente dipendente dagli “altri” per l’energia primaria (e che rimarrà legata alle fonti tradizionali almeno per i prossimi 30/50 anni nonostante l’indirizzo avviato su fonti ecologiche), dopo la forzata rinuncia alla Russia come fornitore di energia.